Ora è tutta una questione di armamento

Un anno fa, il Parlamento era ancora dell’idea che l’esercito avrebbe ottenuto fondi sufficienti con un rallentamento della crescita dell’1% del PIL fino al 2035 – ora la situazione è peggiorata drasticamente.

Testo: Heinz Theiler, Consigliere nazionale

Nel dicembre 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il Parlamento decise che l’Esercito svizzero, da anni oggetto di misure draconiane di risparmio, doveva assolutamente ricevere più fondi per “rimettersi in piedi”. La Svizzera si è trovata improvvisamente a dover affrontare nuovamente il problema degli armamenti. L’esame di realtà è stato spiacevole: molti sistemi d’arma erano alla fine del loro ciclo di vita, gli F/A 18 dovevano essere sostituiti – la capacità di difesa dell’esercito svizzero non era più garantita. Che differenza con l’esercito che conoscevamo dai tempi della Scuola Reclute!


Cambio della strategia di difesa
Nel frattempo, internamente si è dovuto lavorare a molti progetti in cantiere, poiché il DDPS è dovuto passare da piani di riduzione a piani di espansione, cosa non facile. È stato necessario valutare sistemi e costi per poter acquistare nuovi armamenti. Gli acquisti hanno dovuto passare il vaglio del Parlamento e ancora oggi c’è chi crede che i nostri vicini ci proteggeranno se dovesse succedere qualcosa. E c’è chi pensa che comunque non succederà mai nulla – carri armati russi sul Reno, che immagine assurda!

Essere pronti al peggio
Anche i parlamentari più esperti non vogliono sapere che gli scenari dell’esercito devono essere orientati al peggiore scenario possibile piuttosto che al possibile scenario. Nel dicembre 2023, alcuni di loro avevano già dimenticato ciò per cui avevano votato nel 2022.
La rotta è stata cambiata: l’obiettivo di raggiungere l’1% del PIL per il finanziamento dell’esercito è stato posticipato al 2035, ma da allora è stato nuovamente spostato al 2032. A me tutto ciò sembra un romanzo di scarsa qualità. Non è possibile che il mandato costituzionale del nostro Paese venga mercanteggiato come in un bazar.

È abbastanza semplice:
1. c’è di nuovo la guerra in Europa.
2. La Svizzera deve riarmare immediatamente il suo esercito: non basta più equipaggiarlo.
3. la popolazione deve essere finalmente informata di conseguenza. Essa, infatti, è la nostra linea di difesa più importante nel sistema di milizia.

Lanciata l’offensiva dei cittadini
Per questo motivo, un anno fa ho lanciato l’“Offensiva dei cittadini per un esercito forte nel 2030”. L’obiettivo è informare la popolazione e sensibilizzare i politici sulla necessità di destinare l’1% del PIL per la difesa – entro il 2030! A tal fine, stiamo raccogliendo firme e facendo presentazioni negli ambiti interessati.

Segnali d’allarme geopolitici
Il comportamento di Donald Trump, che non aderisce più a un ordine basato sulle regole, come fa del resto il presidente russo, è un segnale d’allarme! I piccoli Paesi, come la Svizzera, subiscono le decisioni delle grandi potenze. Per questo le forze borghesi devono darsi una regolata e rendere il nostro esercito nuovamente idoneo alla difesa!

Heinz Theiler è un maestro carrozziere lattoniere con un’attività in proprio a Goldau (SZ).
Siede in Consiglio nazionale per il PLR ed è membro della Commissione per la politica di sicurezza e primo membro supplente della Commissione finanze. In precedenza, il 54enne, padre di due figli adulti, è stato per 12 anni in Gran Consiglio ed ha contribuito alla definizione della politica fiscale.

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